Ciao,
questa è l’edizione #49 di Designabile, l’appuntamento mensile dedicato al product design digitale.
In questa edizione, esploro il concetto di "trappola della complessità" nel design delle interfacce utente, analizzando i rischi del feature creep e le strategie per mantenere un equilibrio tra innovazione e usabilità. A tal proposito, la notizia del mese è che qualcosa si è rotto tra Figma e la base utenti principale.
Ad ottobre ci sono due eventi importanti: la Milano Digital Week, dove si parla di Cittadinanza Digitale, e il primo appuntamento con il mio workshop su come condurre un Interface Inventory.
Buona lettura 📖
👨💻 APPROFONDIMENTO
La trappola della complessità
L'evoluzione delle interfacce utente (UI) ha portato a soluzioni sempre più avanzate, coinvolgenti e user-friendly. Ciononostante, questa continua ricerca di innovazione e sofisticazione può talvolta risultare controproducente, portando a quello che potremmo definire il "paradosso della complessità".
L'introduzione di nuove funzionalità, interazioni e miglioramenti estetici pone ci pone di fronte alla sfida di mantenere l'interfaccia accessibile e intuitiva. Questo delicato equilibrio tra innovazione e usabilità rappresenta un elemento fondamentale nel design dell'interfaccia utente, richiedendo un approccio ponderato e strategico.
I rischi del feature creep
Con l'avanzamento tecnologico, si tende ad aggiungere sempre più funzioni e opzioni alle interfacce. Tuttavia, l'idea che una vasta gamma di scelte migliori necessariamente l'esperienza utente si rivela spesso infondata. Al contrario, questo approccio può rendere i prodotti più complessi da utilizzare.
Il fenomeno noto come feature creep si manifesta quando si implementano funzionalità eccessive in un software o un'interfaccia, superando le effettive necessità o le previsioni iniziali.
Nonostante ciascuna funzionalità possa apparire vantaggiosa se considerata isolatamente, la loro combinazione rischia di danneggiare l’esperienza generale.
Ecco in che modo:
Sovraccarico cognitivo, uno dei principali rischi dell'aggiunta di complessità a un'interfaccia è il sovraccarico cognitivo. Il cervello umano può elaborare solo una quantità limitata di informazioni contemporaneamente e, di fronte a troppe scelte o opzioni non familiari, gli utenti possono sentirsi sopraffatti. Questo porta a frustrazione e riduzione della produttività, poiché gli utenti faticano a orientarsi nell’interfaccia o a trovare ciò di cui hanno bisogno.
Il paradosso della scelta, offrire agli utenti troppe opzioni può in realtà ridurre la loro soddisfazione. Di fronte a una quantità eccessiva di funzionalità, gli utenti possono diventare indecisi o insoddisfatti delle loro scelte, non essendo sicuri di aver selezionato l'opzione migliore. Nel tentativo di offrire flessibilità, i designer possono creare frizioni, spingendo gli utenti a dubitare delle loro decisioni.
Prestazioni ridotte, più funzioni significano spesso più codice, il che può rallentare le prestazioni del software e portare a interfacce appesantite e poco fluide. I tempi di caricamento aumentano e la fluidità complessiva dell'interfaccia ne risente. Gli utenti si aspettano risposte immediate dai loro dispositivi, e qualsiasi ritardo o rallentamento causato da interfacce sovraccariche genera frustrazione.
Alienare la base utenti principale
Un altro rischio derivante dall'aumento della complessità delle interfacce è la perdita degli utenti originali, i cosiddetti early adopters. Le persone che inizialmente apprezzavano un prodotto per la sua semplicità potrebbero trovarsi disorientate di fronte a un'interfaccia divenuta troppo articolata. Questo problema è particolarmente rilevante per le applicazioni utilizzate da un'ampia gamma di utenti, dai principianti agli esperti.
L'eccessiva personalizzazione, spesso perseguita come un mantra nell'illusione di soddisfare una base di utenti sempre più ampia, erode invece la semplicità. La chiarezza e la facilità d'uso che hanno reso popolare il prodotto vengono così sacrificate sull'altare della complessità.
Strategie da seguire
Per evitare di cadere nella trappola della complessità e della corsa alle feature, possiamo adottare tre strategie:
Concentrarsi sui reali bisogni degli utenti, invece di aggiungere funzionalità basandosi su ciò che è tecnologicamente possibile o competitivo, i designer dovrebbero concentrarsi sui bisogni principali degli utenti. Una ricerca approfondita sugli utenti può rivelare quali funzionalità sono realmente utili e quali sono solo distrazioni. Raffinare anziché espandere consente ai designer di migliorare la funzionalità senza sopraffare gli utenti.
Implementare il progressive disclosure, una tecnica efficace per gestire la complessità è la rivelazione progressiva, che consiste nel mostrare agli utenti solo le informazioni o le funzioni più necessarie all’inizio, nascondendo le opzioni avanzate dietro ulteriori passaggi. Questo mantiene l'interfaccia pulita e gestibile, offrendo comunque funzionalità avanzate a chi ne ha bisogno.
Rimanere coerenti con l’identità del prodotto, aiutando gli utenti ad orientarsi in nuove funzionalità senza dover imparare un sistema completamente nuovo
Riferimenti
🧰 WORKSHOP
Come condurre un Interface Inventory
La scorsa settimana, con un post su LinkedIn, ho annunciato il lancio di un workshop dedicato all'Interface Inventory 🎉🚀, una delle attività di design audit più coinvolgenti da realizzare in gruppo o individualmente.
Se non ne hai mai condotto uno e desideri comprenderne il funzionamento, lo svolgimento e i passi successivi, questo workshop è perfetto per te. Imparerai ad analizzare un’interfaccia di un prodotto digitale catalogando gli elementi e i componenti secondo la metodologia dell’Atomic Design.
È strutturato per garantire un'esperienza di apprendimento hands-on e collaborativa, nonostante si svolga da remoto: ogni classe è limitata a soli 6 partecipanti e si tiene il sabato pomeriggio.
Sei curioso di saperne di più? Contattami!
Se invece vuoi partecipare al primo appuntamento del 19 ottobre, prenota subito il tuo posto utilizzando il codice sconto DSGNB1L3 per un'offerta speciale (149€ 99€).
🍪 UX BITES
Gli elementi disabilitati devono essere accessibili?
Secondo il W3C gli elementi disabilitati dell'interfaccia utente non hanno requisiti di contrasto e quindi non necessitano di essere accessibili.
Questa affermazione fa parte delle linee guida WCAG (Web Content Accessibility Guidelines) per l'accessibilità dei contenuti web.
Ecco l’estratto, con le parti interessate evidenziate in grassetto:
1.4.3 Contrast (Minimum)
The visual presentation of text and images of text has a contrast ratio of at least 4.5:1, except for the following:
Large Text: Large-scale text and images of large-scale text have a contrast ratio of at least 3:1.
Incidental: Text or images of text that are part of an inactive user interface component, that are pure decoration, that are not visible to anyone, or that are part of a picture that contains significant other visual content, have no contrast requirement.
Logotypes: Text that is part of a logo or brand name has no contrast requirement.
Approfondimenti
→ The Downside of Disabled Buttons
⭐️ NOVITÀ
Figma, da eroe a cattivo?
Questo articolo pubblicato su UX Collective di Medium analizza come sta cambiando la percezione di Figma all'interno della community di design. Le politiche di prezzo aggressive e i redesign discutibili dell'interfaccia utente stanno forse mettendo in crisi il software che aveva spazzato via giganti come Adobe dal panorama dei design tool?
🎪 EVENTI
Milano Digital Week, 10-14 ottobre
L'ennesima settimana di eventi incentrata sull'Intelligenza Artificiale 🥱?
Sì, ma non solo. C'è anche una serie di incontri dedicata al tema della Cittadinanza Digitale che promette di essere molto interessante.
Al prossimo numero 👋
Ciao, Francesco