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Originale (ma) conforme alla copia

La ricerca spasmodica dell'innovazione ci porta ad emulare prodotti esistenti di successo

Francesco Improta
Apr 28, 2023
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Nel numero di aprile ti propongo una riflessione scaturita da un interessante studio di Peter Ramsey: i designers tentano quotidianamente di realizzare prodotti innovativi; tuttavia, molto spesso, nel perseguire l’originalità, finiscono - di fatto - per attingere a idee esistenti. Tutto questo è utile? Può funzionare?

Buona lettura 📖


👨‍💻  APPROFONDIMENTO
Immagine da “Copying Designs Doesn’t Work, And Here’s Why” — by Peter Ramsey

Chiariamo una cosa: non ci sono designers che avviano un progetto con la volontà di copiarne un altro già esistente. La questione è piuttosto che vi sono idee che funzionano talmente bene, che si fa fatica a discostarsene in maniera visibile.

Peter Ramsey, osservatore attento e autore dello studio che ti propongo, analizza in particolare un settore — quello bancario — in cui è risultata invalsa la pratica di copiare i prodotti che funzionano.

L’autore ha concentrato la propria analisi su 12 banche del Regno Unito al fine di dimostrare come le stesse abbiano, di fatto, copiato Monzo (una delle
prime “internet only bank”) sia per taluni aspetti visivi del design che con riguardo all’architettura del funzionamento delle carte di pagamento. Con risultati discutibili, sopratutto in termini di usabilità e, più in generale, di qualità del prodotto.

Spesso, infatti, le nuove funzioni di gestione delle carte sono state aggiunte senza però andare a rivedere ed equilibrare la UX dell’intero prodotto.

Nonostante tutto, ispirarsi a soluzioni di design di successo non è un errore tout court. Anzi, può senz’altro rivelarsi utile, oltreché “rassicurante” per l’utente. Purché si tengano presenti le inevitabili peculiarità e sfumature (dunque le differenze!) del prodotto che si sta creando.

Leggi lo studio completo →


⭐️ NOVITÀ

Zalando e ChatGPT: l’AI assistente di moda

Immagini dell'integrazione di ChatGPT nell'app mobile di Zalando

Con un comunicato del 19 aprile, la celebre piattaforma Zalando ha annunciato che lancerà un assistente di moda virtuale basato su ChatGPT.

L’obiettivo è quello di consentire al cliente di navigare nell’assortimento della piattaforma utilizzando espressioni del tutto naturali, domande che potrebbero appunto rivolgersi ad un “vero” assistente di moda.

Si tratta indubbiamente di una implementazione in grado di migliorare l’esperienza di acquisto online: c’è maggiore interattività e coinvolgimento dei clienti, ci sono raccomandazioni personalizzate, la navigazione è più semplice, c’è una migliore assistenza durante il processo di acquisto.

Nei prossimi mesi potremo osservare se altri e-commerce seguiranno l’esempio di Zalando e sopratutto in che misura gli utenti faranno ricorso a questo strumento.

Verremo rimpiazzati dall’intelligenza artificiale? Per il momento pare di no

Foto di Jonathan Kemper su Unsplash

Una rassicurante riflessione sugli strumenti di intelligenza artificiale: essendo davvero molto performanti, potranno verosimilmente (e sempre di più) rappresentare una utilità per i designers, ma non riusciranno a…rimpiazzarli!

Secondo Lyndon Cerejo — autore dell’articolo per Smashing Magazine — essere un designer significa utilizzare un insieme di conoscenze acquisite per il solo fatto di essere “umani”.

Pensiamo al ruolo che possono giocare nel processo creativo fattori come il contesto culturale in cui il designer si è formato; o la personale intuizione di ciascuno; o ancora doti quali lo spirito di osservazione, la curiosità.

Tutti fattori, dunque, che l’AI può al più “mimare” ma che di fatto non possiede.

Semplici suggerimenti per un e-commerce di successo

In questo articolo trovi alcune indicazioni da seguire nella progettazione della product page dei siti di e-commerce, con il chiaro obiettivo di rendere la pagina competitiva ed incrementare, di conseguenza, le vendite del prodotto.

Ad esempio, secondo l’autore, assume fondamentale importanza la qualità delle immagini del prodotto che si vende: è evidente infatti che l’utente, non potendo di fatto vedere o toccare il prodotto, può trarre una serie di informazioni da una buona immagine, ad esempio a 360 gradi; così come, per la stessa ragione, dalla descrizione dettagliata delle caratteristiche del prodotto stesso.


🧰 RISORSE

Cosa deve includere un MVP

Creare un MVP è senz’altro il modo migliore per testare la viability di un’idea prima di investire (ulteriore) tempo e risorse sul prodotto finito. In questo articolo l’autrice condivide - in 5 steps -  il suo know how per realizzare un MVP no-code.

Il CV di un Product Designer

Se sei o aspiri a diventare un Product Designer, fai parte di uno dei settori del digital design più competitivi del momento. Allora ti saranno utili questi consigli pratici da seguire nella preparazione del tuo CV. 😉

Guida al Business Design

Qui una guida su come diventare business designers che fornisce anche una interessante introduzione al business design. La guida può essere anche scaricata in PDF e c’è la possibilità di ottenere gratuitamente via e-mail un “mini MBA” per designers.


Al prossimo numero 👋
Ciao, Francesco

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